Franco nasce in un piccolo paese dell'entroterra siciliano, lì dove il mare è solo un miraggio, dove la terra è arsa dal sole e sembra non partorire altro che grano.
Franco è giovane, vuole scoprire il mondo, vuole fuggire dalla claustrofobia di quel paese di provincia nel cuore della Sicilia e al destino di una famiglia in cui si nasce e si muore sempre contadini. Decide di andare il più lontano possibile.
Scappa Franco: scappa dal sole, dalla terra, dai legami familiari e scappa dal suo destino. E vede per la prima volta il mare e più si allontana dall'Isola più questa gli appare nitida e bella nella sua completezza.
Arriva in Norvegia e per vivere si mette a fare il pizzaiolo (!) Il pane costa 12 mila lire al kg e lui non si può permettere di comprarlo ogni giorno con lo stipendio che prende. Trova per caso delle farine fatte in Italia e si improvvisa panettiere: segue religiosamente le tecniche di impasto che la nonna aveva trasmesso alla madre, ma il risultato non lo convince. La fragranza, il sapore, la consistenza non hanno niente a che vedere con quel pane di montagna fatto in casa che era abituato a mangiare.
Sente la mancanza del pane di casa, e l'odore del grano bagnato, e i colori, e la festa del patrono, e le domeniche in famiglia e quel paesino dell'entroterra in cui in fondo non si stava tanto male.
Inizia a studiare la genetica del frumento, a cercare notizie sui grani antichi a capire le forme e i sapori, le caratteristiche e la complessità di quel cereale, e decide di tornare Franco, torna a casa, in quel paesino nel cuore dell'Isola da cui era scappato, torna al suo destino.
Torna alla terra, ma con una consapevolezza nuova: i suoi studi l'hanno portato a conoscere tutte le tipologie di grano, le caratteristiche, le modificazioni, gli usi e gli aspetti nutrizionali. Si mette alla ricerca maniacale di quelle antiche varietà ormai quasi scomparse. E' così Franco salva un grano ormai quasi estinto: Il nero delle Madonie. E diventa un eroe moderno alla difesa della biodiversità dall'uso imperante di grani finti e nanizzati, di pesticidi e raffinazioni selvagge.
Come in tutte le belle storie di emigrazione, Franco torna a casa, a Gangi, felice di fare il contadino: si occupa di permacultura, ha un orto pazzesco, coltiva tutte le varietà di grani antichi siciliani, producendo, per sè e per i suoi amici, un pane cotto al forno a legna di una bontà che le parole non sarebbero in grado di esprimere.
E' felice Franco e sono felice anche io per aver conosciuto la sua storia e aver trovato il mio spacciatore di farine!
Grazie Franco, per essere tornato.
Franco è giovane, vuole scoprire il mondo, vuole fuggire dalla claustrofobia di quel paese di provincia nel cuore della Sicilia e al destino di una famiglia in cui si nasce e si muore sempre contadini. Decide di andare il più lontano possibile.
Scappa Franco: scappa dal sole, dalla terra, dai legami familiari e scappa dal suo destino. E vede per la prima volta il mare e più si allontana dall'Isola più questa gli appare nitida e bella nella sua completezza.
Arriva in Norvegia e per vivere si mette a fare il pizzaiolo (!) Il pane costa 12 mila lire al kg e lui non si può permettere di comprarlo ogni giorno con lo stipendio che prende. Trova per caso delle farine fatte in Italia e si improvvisa panettiere: segue religiosamente le tecniche di impasto che la nonna aveva trasmesso alla madre, ma il risultato non lo convince. La fragranza, il sapore, la consistenza non hanno niente a che vedere con quel pane di montagna fatto in casa che era abituato a mangiare.
Sente la mancanza del pane di casa, e l'odore del grano bagnato, e i colori, e la festa del patrono, e le domeniche in famiglia e quel paesino dell'entroterra in cui in fondo non si stava tanto male.
Inizia a studiare la genetica del frumento, a cercare notizie sui grani antichi a capire le forme e i sapori, le caratteristiche e la complessità di quel cereale, e decide di tornare Franco, torna a casa, in quel paesino nel cuore dell'Isola da cui era scappato, torna al suo destino.
Torna alla terra, ma con una consapevolezza nuova: i suoi studi l'hanno portato a conoscere tutte le tipologie di grano, le caratteristiche, le modificazioni, gli usi e gli aspetti nutrizionali. Si mette alla ricerca maniacale di quelle antiche varietà ormai quasi scomparse. E' così Franco salva un grano ormai quasi estinto: Il nero delle Madonie. E diventa un eroe moderno alla difesa della biodiversità dall'uso imperante di grani finti e nanizzati, di pesticidi e raffinazioni selvagge.
Come in tutte le belle storie di emigrazione, Franco torna a casa, a Gangi, felice di fare il contadino: si occupa di permacultura, ha un orto pazzesco, coltiva tutte le varietà di grani antichi siciliani, producendo, per sè e per i suoi amici, un pane cotto al forno a legna di una bontà che le parole non sarebbero in grado di esprimere.
E' felice Franco e sono felice anche io per aver conosciuto la sua storia e aver trovato il mio spacciatore di farine!
Grazie Franco, per essere tornato.
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