Eccoci

Millenni di storia, di dominazioni, di contaminazioni hanno stratificato e definito la nostra cultura.

Ma la falsa neutralità ed universalità del pensiero dominante ha condizionato la percezione della Sicilia in tutti gli angoli della terra. E questo ha avuto delle ricadute importanti anche sul fenomeno turistico. L’impostura sulla Sicilia passa attraverso prefiche, veli neri, coppole storte, lupare fumanti, terre arse e assolate, fichidindia spinosi, carretti, bocche sdentate, bigottismo, donne dimesse, uomini gelosi e gente omertosa.


L’esperienza di questo blog nasce dalla necessità di risemantizzare l’immaginario turistico collettivo sull’Isola, di ridefinire il repertorio iconico e trasmettere un nuovo orizzonte rappresentativo che si fondi su una nuova religione del viaggiare i cui dogmi siano: Rispetto-Condivisione-Conservazione. 

Sicilia Terra di Omero nasce dalla volontà di offrire un altro sguardo sul mondo, fondato su valori che il turista reale o virtuale che sia deve interiorizzare e applicare in tutte le circostanze. Un viaggio deve offrire l’occasione per lavar via preconcetti e costruzioni culturali e spingere il viaggiatore a lasciarsi ammaliare dalla realtà che incontra, per vedere il mondo con nuovi occhi; una percezione vergine che si abbandoni alla curiosità e ne segua il suo filo.

Attraverso l’incontro, voluto, cercato, vorremmo sovvertire la visione monocromatica di Sicilia-mare-cassata-carretto e vorremmo che a parlare fosse la bellezza delle persone, la forza della loro storia in una terra di cultura e di contrasti. Un viaggio che passi attraverso i frutti della terra, le realtà locali, i progetti di recupero del territorio, la spiritualità in cui sacro e profano si mescolano indissolubilmente, vorremmo raccontarvi del mare e della montagna, della Sicilia come crocevia di genti e culture, di mestieri tradizionali e attività innovative, come terra di antimafia e di riconquista identitaria.

Viaggiare non può ridursi al fare un semplice giro turistico nella cultura dell’altro, ma prenderla sul serio, provare ad imparare qualcosa da essa. Bisogna allora darsi tempo, abbandonare l’ingordigia che non sa digerire, vivere il viaggio ad un’altra velocità: bisogna andare lenti.

Questo blog nasce dalla voglia di credere ed investire nella ricostruzione di un’immagine che renda giustizia a questa terra, dalla ferma volontà di cancellare gli itinerari anonimi segnati e contaminati dal turismo di massa, dando alla gente locale la possibilità di ridisegnare se stessa, il proprio rapporto con lo spazio, ascoltando le voci del passato che provengono dai testimoni muti della vita e dell’operare umano, cercando di decifrare i segni del paesaggio, ma anche tessere nuovi significati e quindi nuove prospettive d’azione proiettate al futuro. In questo sforzo ci si guarda intorno come con occhi nuovi che provano l’ebrezza della scoperta di qualcosa che è tanto antico quanto carico di promesse. Buona lettura! Martina